Fabio Agaliati e la bellezza del Twirling
Iniziamo dalla fine, ovvero dalla domanda del perchè Fabio Agaliati, torinese 18enne che frequenta la 5.a Liceo Scientifico ad indirizzo linguistico al Carlo Cattaneo di Torino, consiglierebbe ad un giovanissimo di praticare il twirling?: "Perchè è uno sport bellissimo - risponde senza indugi - che abbina alle difficoltà tecniche, di esercizio e gestione del rapporto con il bastone, quelle di espressione. Poi l'ambiente è sano e coninvolgente". Ma tu come sei arrivato alla specialità: "Da figlio d'arte poichè mia mamma, Antonella Carisio, è maestra da molto tempo ed è stata anche la mia prima istruttrice. L'ho sempre seguita in palestra e guardavo gli allenamenti dei più grandi. In molti mi chiedevano quando avrei iniziato ma io non volevo farlo. Anche se - confessa Fabio - spesso mi appartavo in un angolo e giocavo con il bastone, immaginandomi già in gara".
Dunque i tuoi primi sport sono stati altri?: "Pallavolo, karate, nuoto. Il primo l'ho condiviso per circa un anno con il twirling, poi ho scelto, dopo alcuni mesi, e mi sono dedicato anima e corpo a ciò che sto facendo oggi". Ricordi le emozioni della prima gara?: "Ero influenzato e agitatissimo, avevo solo 10 anni. Feci la prova e tornai subito a casa". E oggi?: "L'agitazione è rimasta, anche se con il passare del tempo un po' impari a gestirla. A volte l'impresa mi riesce, in altre circostanze meno. E' chiaro che spesso il risultato è legato proprio a questo difficile momento". Quante volte la settimana ti alleni?: "In genere due volte, per 4-5 ore. Poi c'è il fine settimana, impegnato o in gara o in allenamenti di duo con Federica Italia, atleta con la quale da diverso tempo gareggio". Lei è siciliana, tu piemontese, come si conciliano le distanze e la preparazione?: "Non è così arduo. Ci si incontra in genere una volta al mese, in Piemonte o in Sicilia, nel week-end. Dopo un attimo di logico rodaggio tutto diventa abbastanza semplice e la conoscenza ormai acquisita ci aiuta. Le giornate di preparazione del duo si intensificano in occasione della vicinanza con gli eventi agonistici".
Quali i momenti ad oggi più significativi della tua ancor giovane carriera?: "Il titolo di Vicecampione Europeo junior nel free-style, colto a Torino nel 2011, e quello di Campione continentale, raggiunto sempre a Torino e nella categoria junior, di duo. Ed ancora il terzo gradino del podio mondiale nel 2012 a Parigi, con il team". I tuoi sogni agonistici prendono la forma di?: "Un giorno vorrei vincere un titolo mondiale, e non dico in quale specialità. Spero inoltre che il twirling diventi disciplina olimpica e, naturalmente, di poter competere in questo appuntamento epocale per qualsiasi sportivo". Parliamo invece di obiettivi stagionali, da conseguire attentamente seguito dal tuo attuale maestro, Massimo Scotti: "Innanzitutto entrare a far parte del Team Italia, di prossima costruzione. Quindi di qualificarmi con il free-style ed il duo per i Mondiali di Nottingham del prossimo agosto".
I tuoi idoli o personaggi di riferimento nel twirling?: "I giapponesi, in assoluto i migliori del mondo". Studio e sport, quanto è difficile conciliarli?: "Abbastanza ostico, soprattutto in certi periodi della stagione, ma non impossibile". E ora spazio ad un nuovo allenamento, per continuare a salire e sognare, a ritmo di musica e di grandi gesti.
di Roberto Bertellino
Benvenuti sul nuovo sito della Federazione Italiana Twirling
La base dello sport è ancora, e speriamo lo rimanga, legata al sogno di chi lo pratica. Ogni protagonista, a qualsiasi livello competa o pratichi, ne ha uno. E’ quello di assecondare le proprie propensioni, scaricare le tensioni, fortificare il carattere, costruirsi un bagaglio tecnico adeguato per gareggiare ad armi pari con gli altri, emergere nelle varie categorie e raggiungere il massimo, individualmente e/o con la squadra. Sempre rispettando se stesso e l’avversario. Il prologo per dire che con lo stesso spirito, quello di voler dare voce ai sogni e alla realtà di chi è componente essenziale del mondo del twirling azzurro, atleti, tecnici, dirigenti, società, ha animato la realizzazione del nuovo sito federale, www.federtwirling.it , da oggi, giovedì 31 ottobre, ufficialmente in rete. Un sito che è il frutto di un lavoro di squadra, fortemente voluto dal nuovo Presidente Federale e dal nuovo Consiglio, perché proprio sul team vuol creare il domani del movimento.
Un sito moderno e volutamente semplice nella consultazione, per consentire a tutti, giorno dopo giorno, di farlo in qualche modo proprio. Ci sono le sezioni istituzionali, spiccano le news, con interviste, cronaca, profili, foto, prossimamente video, così il calendario delle gare (che verrà aggiornato non appena definito nella sua interezza), i risultati dei primi appuntamenti agonistici stagionali, i contatti, l’area dedicata al tesseramento on-line, la parte storica (in fase di preparazione anche un Albo d’Oro del twirling italiano). Ed ancora gli spazi previsti per gli sponsor, i link relativi a tutta l’attività Federale, la media gallery in cui verranno di volta in volta inserite foto di libero utilizzo per i colleghi della carta stampata. Molto importante la parte riservata alla Nazionale di twirling, con le notizie specifiche legate a quella che dovrà sempre più essere l’eccellenza del movimento nostrano. Nell’ottica dell’interazione costante con tutti coloro che vorranno dare un contributo fattivo e dinamico al nostro sport molta importanza è stata data ai “social”, facebook su tutti, con un rimando diretto dal sito alla pagina ufficiale della Federazione sul più conosciuto tra i social network mondiali. Un chiaro segno di vicinanza ai giovani, base del movimento e linfa vitale in ottica presente e futura. Dinamicità, freschezza, completezza, aggiornamento costante, rispetto dell’etica, del singolo, del gruppo, di quella “eterna” legata al concetto di sport nella sua accezione più pura. Queste le note che caratterizzano il nuovo sito e con le quali vogliamo dare a voi, che certo lo consulterete con grande attenzione, il più sincero e caloroso benvenuto.
Chiudiamo con una nota di servizio. Il sito è ancora in fase di ultimazione e verrà implementato in alcune sezioni nei prossimi giorni, in particolare in quelle legate al calendario di gare e alla Nazionale.
Sabrina Prade e Massimo Scotti, un progetto per crescere
Progettualità e crescita. Sono queste le basi del nuovo Progetto Tecnico Federale che vede quali guide tecniche i maestri Sabrina Prade e Massimo Scotti. Lo descriviamo partendo dalla prima: “Si tratta di un’iniziativa voluta dal Consiglio Federale che ritengo fondamentale per il futuro del nostro movimento. Tutti ne sentivamo l’esigenza ma con la precedente dirigenza non era mai stato possibile concretizzarla e non ne capisco i motivi. Lo sport si evolve ed il twirling non appartiene certo ad altre categorie. Fino allo scorso anno il Team Italia era espressione della miglior società italiana, quella che centrava il titolo. Ma in una compagine così composta è ovvio che ci siano grandi campioni ed atleti non dello stesso livello. Per rimanere al passo con i tempi era giusto che i criteri di selezione cambiassero. Il 9 novembre, a Cantalupa, si farà proprio questo, ovvero si sceglieranno i componenti della Nazionale che saranno fotografia del meglio, indipendentemente dalla società di appartenenza. In Francia una Nazionale di questo tipo è sorta già 15 anni fa. Molti altri paesi europei si stanno allineando e anche per tale motivo stanno crescendo>>.
Alzare il livello, dunque, e dare a tutti maggiori stimoli: <<Per competere nello sport moderno, lo insegnano anche le altre Federazioni Sportive, bisogna presentarsi al massimo. Non è sempre facile in uno sport come il nostro nel quale è mancata per anni la valorizzazione della Nazionale e dei suoi componenti. Diventare della Nazionale dovrà sempre più essere un traguardo importante della propria carriera. Questo, opportunamente valorizzato, sarà di supporto anche ai molti sacrifici che oggi comporta essere un atleta di alto livello. Ricordo che i miei 15 e 16 anni li vivevo con la grande gioia di essere in Nazionale. Non vedevo altro – prosegue Sabrina Prade – ma oggi non è più così. Non sempre riusciamo a trattenere i migliori e stimolarli al punto giusto, visti i molti “disturbi” esterni. Questo nuovo progetto contribuirà a farlo. Consideriamo che in Giappone i nazionali studiano in Università apposite nelle quali il twirling è sport con la S maiuscola. Il modello di riferimento deve essere questo se vogliamo cambiare l’approccio alla nostra disciplina, da parte di tutti. Il 9 novembre sarà pertanto una data importantissima ed è un bene che nello stesso luogo vada in scena il Consiglio Federale con la presenza di tutti i dirigenti. Noi e gli atleti abbiamo bisogno di questo messaggio e di questo genere di azioni>>.
Un progetto, quello tecnico, che è a 360 gradi, e considera anche gli individualisti e i futurabili: <<In ogni sport esistono le nazionali primavera – continua Sabrina Prade – e dovrà essere così anche nel nostro. Ma non mettiamo troppa carne al fuoco. Procediamo a step e appuntamento a Cantalupa, il giorno 9 novembre>>. L’obiettivo è quello di arrivare ai Mondiali di Nottingham preparati e sinergici: <<Verranno scelti 8 titolari e 2 o 4 riserve, a seconda delle risorse, che costituiranno il Team Italia. Si costruirà l’esercizio, anche con l’intervento di un coreografo esterno e si fisseranno incontri e allenamenti periodici, da dicembre a luglio>>. Lo conferma Massimo Scotti: <<Sotto il profilo agonistico, dopo aver raggiunto il bronzo mondiale nell’ultima edizione della rassegna di Team, non vogliamo scendere dal podio. Eguagliare la performance o addirittura migliorarla è quello che cercheremo di fare”. Gli italiani, nonostante tutto, “lo fanno meglio”?: <<Direi proprio di sì – prosegue Scotti – e dunque non dobbiamo disperdere le potenzialità. La finalità ultima del progetto è proprio quella di alzare il livello. Noi siamo motivatissimi e non aspettavamo altro. Gli atleti anche perché ne hanno capito l’importanza>>.
Quali saranno le maggiori difficoltà che incontrerete strada facendo?: <<Dovremo amalgamare 8-10 persone che non si conoscono così bene e farle diventare un’entità unica. Non credo avremo grandi problematiche tecniche, quanto piuttosto di formazione del giusto clima, dell’atmosfera ideale per crescere insieme. Anche la ricerca di una palestra adeguata, magari in Torino, sarà un tassello importante da aggiungere a quelli necessari per rendere ottimale il viaggio verso Nottingham>>. Primo appuntamento il 9 novembre, ma tu e Sabrina state già lavorando?: <<Da quando è stato ufficializzato il progetto siamo attivi e propositivi. Sono molti i dettagli ai quali pensare se si vogliono fare le cose bene. Anche gli step sono stati delineati. Da dicembre 1 o 2 incontri mensili, nei fine settimana e nelle Feste comandate. Dovremo diventare una famiglia vincente!>>.
Salvatore Adernò, per "colpa" di una musica
<<Camminavo in strada e sentii una musica. L’interesse fu fortissimo ed entrai in quella palestra per capire quale origine aveva>>. Sembra l’inizio di una favola ed invece rappresenta il primo approccio di Salvatore Adernò, nato a Noto nel maggio del 1999 ed atleta junior di Freestyle, con il twirling. La cosa si ripetè e dopo le informazioni prese da sua madre su cosa capitava in quel luogo ecco che Salvatore, all’epoca aveva 6 anni, iniziò a familiarizzare con questo sport: <<Mi è sempre piaciuta la musica – conferma – e quindi il ballo. Con il twirling riesco ad esprimermi in entrambi i settori>>.
I primi ricordi: <<Quando iniziai ero il più piccolo. Mi presentai alle maestre, Simona Moncada e Alice Finocchiaro, e fu subito feeling. A 7 anni feci le prime gare>>. Quali sensazioni provasti?: <<Un complesso di emozioni. Contentezza per la prova eseguita ma al contempo mal di pancia per l’agitazione>>. E oggi?: <<In parte è ancora così. Crescendo si impara però a gestire meglio i momenti>>.
E il rapporto con l’attrezzo, il bastone?: <<Tutto subito non facile ma se si hanno dei bravi maestri, ed è questo il mio caso, si riesce a progredire presto anche in questo senso>>. Tanto dal fare diventare il rapporto con il bastone anche un semplice momento di svago?: <<La mia passione sportiva è il twirling – prosegue Salvatore – il mio divertimento anche. Quando non mi alleno o non studio vado in giardino e gioco con il bastone>>. Frase significativa che evoca il rapporto di molti di noi, tornando alla gioventù, con il pallone da calcio, da basket, volley o la pallina da tennis.
Similitudini e specificità: <<Il twirling è bellissimo perché ti permette di fare tante conoscenze – afferma Salvatore – ed è un miscuglio di più sport. Per chi ama ballare come il sottoscritto è perfetto>>. Bronzo nella prova individuale junior agli ultimi Europei di Heilsingborg, Adernò guarda con fiducia al futuro: <<Devo ancora decidere se proseguire in stagione con il freestyle. Per ora mi alleno ma l’obiettivo è quello di entrare nel Team Italia in ottica Mondiali 2014 e pensare poi all’Europeo individuale nel 2015>>.
Quali sono gli atleti ai quali guardi con maggior ammirazione?: <<Federica Italia e Fabio Agaliati – risponde senza esitazioni – La prima è della mia stessa società, il secondo è il suo compagno di duo. Li ammiro perché sono più esperti di me e soprattutto riescono a conciliare studi e sport, dando vita ad un duo a distanza, cosa per nulla facile>>. Salvatore è al primo anno di Liceo (Economia Sociale) e lo frequenta a Noto. Come ti rapporti con i tuoi compagni e come ti considerano?: <<A Noto il twirling è abbastanza conosciuto anche in ragione delle esibizioni che spesso mostrano la specialità ai più. Quando faccio vedere ai miei compagni cosa sono in grado di fare con il bastone rimangono di stucco. Una delle mie maggiori soddisfazioni è quella di poter dire che anche grazie a me molti bambini si sono avvicinati a questo sport>>.
Per quante ore ti alleni nel corso della settimana?: <<In genere faccio tre sedute, ciascuna di tre ore. I miei maestri sono quelli originari, ovvero Simona Moncada e Alice Finocchiaro, nonché Rossella Italia a Massimo Scotti>>. Il sogno ancora di bambino e, in prospettiva, di grande atleta?: <<Se il twirling dovesse diventare disciplina olimpica competere nella rassegna dei Cinque Cerchi>>. Anche in questa risposta è giusto leggere affinità con i sogni di tanti altri atleti che dedicano ore ed ore a migliorarsi ed inseguire le emozioni che solo un grande evento come l’Olimpiade può dare. Magari, Salvatore, un giorno succederà!
di Roberto Bertellino
Margherita Rocchetti, il Twirling nel destino
<<I miei inizi con il twirling – ricorda l’oggi 20enne Margherita Rocchetti – risalgono a quando avevo 6 anni. Fu mia mamma, con un passato da majorettes, a portarmi in palestra. Immediato il mio gradimento e da allora non me ne sono più allontanata>>. Le prime gare e le prime emozioni?: <<Direi subito – prosegue Margherita – e senza provare particolari titubanze. Quando si è così piccoli l’agonismo lo si vive in modo differente, più distaccato. E’ crescendo che cambiano le sensazioni e tutto, paradossalmente, diventa più difficile, proprio con la maggior consapevolezza acquisita>>.
Margherita Rocchetti è nata a Jesi, in provincia di Ancona, terra di campioni, e sta cercando di confermare questa caratteristica anche nel suo sport. Quali fino ad ora le maggiori soddisfazioni?: <<Il titolo Europeo di Freestyle, conquistato a Torino nel 2011 e, nello stesso anno, il 2° ed il 3° posto nell’International Cup in Florida. Il bronzo nel “Solo” e l’argento nell’Artistic Twirl>>.
Quali invece gli obiettivi stagionali?: <<Tornare a far parte stabilmente della Nazionale Azzurra ed entrare nel Team Italia – risponde senza indugi l’atleta – perché entrambe le cose rappresentano il massimo per chi pratica questo sport stupendo. In tale chiave sarà importante l’appuntamento del 9 e 10 novembre prossimi a Cantalupa, con la prima selezione della Nazionale e le gare del giorno successivo. Tutto ciò nell’ottica di partecipare ai Mondiali del prossimo anno a Nottingham>>.
Iscritta al 2° anno della Facoltà di Geologia presso l’Università di Camerino, Margherita Rocchetti ha imparato negli anni a conciliare studio e sport: <<L’ho fatto praticamente da subito e non mi è mai pesato. Occorre programmarsi adeguatamente e riempire gli spazi. Mi troverei meno a mio agio se avessi del tempo libero, da usare senza far nulla. Mi sono abituata a ritmi intensi e viaggi e non mi pesa>>.
Quante volte alla settimana Margherita è impegnata negli allenamenti?: <<Attualmente due perché sono alle prese con il recupero di un infortunio alla mano occorsomi dopo gli Europei di Heilsingborg dello scorso luglio. Un infortunio che mi ha impedito di prendere parte all’International Cup di Almere datata 2013. In condizioni normali mi alleno invece 4-5 volte la settimana. La sede è il Palacarifac di Cerreto d’Esi, sempre in provincia di Ancona e abbastanza vicino a Camerino, dove studio>>. Esiste un idolo da guardare e cercare di emulare per Margherità?: <<Sì, è la statunitense Jennifer Marcus, plurititolata in tutte le specialità, ancora grande agonista se pur a 30 anni. Mi ha curato l’esercizio di “Solo” nel 2011 ed è stato per me un grande momento sotto il profilo della soddisfazione personale>>.
Come definirebbe l’ambiente del twirling ed il rapporto con gli altri atleti?: <<Nel complesso motivante e collaborativo. E’ chiaro che quando si va in gara la rivalità diventa primaria ma deve essere sana e costruttiva>>. Cosa l’ha attirata maggiormente del twirling?: <<Il dover coniugare la parte artistica, coreografie e musiche, con quella tecnica. Ho sempre avuto una buona manualità con l’attrezzo e questo aspetto mi ha condotta a cercare miglioramenti e invenzioni>>.
Obiettivo primario nel suo sport in chiave personale?: <<Riuscire ad esprimermi al massimo e provare proprio per questo motivo appagamento e soddisfazione. Quello che mi è successo all’Europeo del 2011>>. Sono dunque trascorsi 14 anni da quando l’allora piccola Margherita, dopo un’esperienza natatoria, mosse i primi passi nel twirling con la maestra Paola de Marchi, ma il trasporto per quello che all’epoca poteva sembrare un gioco non ha fatto che crescere. Anche in questo caso il segreto del successo è racchiuso nelle immutate emozioni.
di Roberto Bertellino
Giulia Caporgno, la forza della mente
Torinese di nascita ma da sempre collegnese, Giulia Caporgno ha deciso all'età di 24 anni di dire basta con il twirling agonistico. Un lungo percorso, il suo, iniziato quando aveva solo tre anni: "Mia sorella Sara voleva fare ginnastica ritmica - racconta Giulia - ma a Collegno non c'erano società di settore. Così mia madre la portò a fare twirling ed io, piccolissima, le seguivo. Piangevo e non volevo più andarmene dalla palestra. Così la mia prima maestra, Antonella Carisio, usò tutta la pazienza che un umano può avere con una "peperina" com'ero allora e mi inserì con le altre. Ricordo che dai tre ai cinque anni mi "organizzavano" delle esibizioni che io credevo fossero gare, con tanto di coppe finali. Così il mio istinto agonistico - scherza Giulia - intanto si allenava!". Le prime competizioni vere, per la Caporgno, arrivarono così all'età di 6 anni, come da regolamento.
Ma così colpi tanto Giulia per farla appassionare alla disciplina?: "Fu amore a prima vista - afferma oggi senza tentennamenti - e non so nemmeno spiegare perchè". Proprio come capita negli affetti forti. Un feeling che mai ebbe termine ed ancora oggi prosegue: "Ho scelto di abbandonare l'agonismo perchè ho dato molto e ritengo di non essere più in grado di farlo, sia per i problemi fisici che ho dovuto affrontare, sia per le difficoltà legate alla gestione degli allenamenti e delle trasferte. Ripartire di qui sarebbe stata dura e sinceramente non me la sono sentita. L'ultimo Europeo, quello di Heilsingborg, non mi ha dato delle belle sensazioni ed il ricordo non è esaltante. Non avrei voluto dire la stessa cosa del prossimo mondiale. Ho invece, e mi rimarrà sempre nel cuore e nella mente, una grande immagine del mondiale di Parigi del 2012, nel quale ho centrato l'argento nel duo in tandem con Daniele Zambito".
Quali sono stati gli altri grandi momenti di carriera targati Caporgno?: "La vittoria nel campionato di serie B, da Cadetta, datata inizio 2000, quella che mi ha poi consentito, seguita dalla mia seconda maestra, Nadia Devecchi, di entrare in serie A tra le junior; il 6° posto europeo, con il free-style, nel2004, in Svizzera; l'oro continentale nel duo, a Torino 2011". Oggi Giulia è impegnata nella conclusione del proprio percorso scolastico, ovvero il conseguimento della Laurea triennale in psicologia: "Mi mancano due esami e la tesi - conferma - e in questo periodo mi sto concentrando sull'obiettivo". Senza dimenticare il twirling, che la vede già protagonista nella veste di tecnico: "Ho iniziato alcuni anni fa ad insegnare il mio sport. Ora lo sto facendo, nelle ore che prima dedicavo agli allenamenti, in alcune società piemontesi, a Chivasso, Collegno e Venaria. Cerco di trasmettere alle giovani la mia esperienza e la passione per questo sport sottolineando che non bisogna mai desistere, anche quando i momenti sono negativi. Conl'applicazione, la passione e l'allenamento, i risultati prima o poi arrivano".
Quali le maggiori difficoltà per emergere nel twirling?: "Occorre avere alla spalle una famiglia che ti sostenga, come è accaduto a me. Lo sponsor, per gli allenamenti, le gare, gli spostamenti, è infatti quasi sempre familiare". Twirling perchè: "E' una disciplina nobile - prosegue Giulia Caporgno - e aiuta a crescere. I legami che si creano durano nel tempo, anche al di fuori del campo. Ciò vale per quelli con le atlete e gli atleti, così per quelli con le allenatrici. E' la vera forza del gruppo. E' stato così con Claudia Orecchioni, mia prima compagna nel duo, con le ragazze braidesi con le quali facevo parte del Team Italia di Collegno nel 2004-2005, con Daniele Zambito, un vero e proprio fratello". Nel passato sportivo di Giulia figura anche una breve esperienza con il calcio: "Ha coperto la mia epoca "mascolina". Ho giocato 1 anno e mezzo e si trattava di un esperimento a Pianezza. Quando ho dovuto scegliere non ho esitato a farlo per il twirling. Una cosa totalmente diversa e appagante". Chiudiamo con un aneddoto: "Quando ero piccolina mi allenavo per fare un certo tipo di esercizio, poi entravo in gioco ed inventavo, modificandolo. In prospettiva la mia maestra temeva che potessi fare una cosa simile anche in gara. Ero veramente difficile da gestire!". Se però i risultati sono poi quelli conseguiti, ben venga l'estro abbinato alla caparbietà.
Roberto Bertellino
Daniele Zambito, la passione prima di tutto
Daniele Zambito è uno dei big per antonomasia del twirling azzurro. Torinese, classe 1988, vive a Collegno ed è tesserato per l’Evergreen, società nella quale ha iniziato a misurarsi con la disciplina all’eta di 10 anni. Come è nato il percorso?: “Facevo le elementari presso la Scuola Italo Calvino di Collegno nella quale si svolgevano corsi di twirling. Ho preso parte ad uno di questi corsi ed il feeling – ricorda – è stato immediato. Fu subito passione ed oggi la stessa non mi ha abbandonato, anzi si incrementa ogni giorno di più. E’ questo il vero segreto, mio e credo di ogni sportivo. Fare ciò che ami cercando di dare sempre il massimo”. Tanta passione, dunque, che Daniele oggi ha iniziato a trasmettere ai giovani, attraverso l’insegnamento: “Da circa un anno insegno all’Evergreen e collaboro con altre realtà di settore della zona. L’impegno è quello di trasmettere emozioni e riuscire ad abbinare il momento ludico, essenziale per attirare i ragazzi, al tecnico. Quando smetterò con l’agonismo mi vedo ancora presente nel settore nella veste di insegnante”.
Zambito è un veterano della nazionale, realtà nella quale è entrato nel lontano 2001. Come è cambiato il twirling in tutti questi anni?: “I cambiamenti ci sono stati, sia sotto il profilo tecnico che regolamentare. Occorre adattarsi ai mutamenti e farlo in fretta per rimanere al passo. Soprattutto bisogna già farlo partendo dalla base, onde evitare errori che poi sarebbero difficili da correggere proseguendo l’attività”. Quali caratteristiche deve possedere uno specialista del twirling?: “Deve essere umile, competitivo, possedere una buona scioltezza del corpo e delle articolazioni, saper interpretare bene le musiche e l’esercizio, avere un’ottima dote di manualità con l’attrezzo. Il twirling è tante cose insieme, il mix di più sport e di più arti”. Quali sono stati i momenti più esaltanti della tua carriera?: “Il titolo di vicecampione del mondo di duo ed il bronzo mondiale nella rassegna di Parigi 2012 e la vittoria del titolo continentale di duo e singolo negli Europei torinesi del 2011. Grandi soddisfazioni, indimenticabili”. E gli attuali obiettivi?: “L’immediato è quello della selezione nella Nazionale maggiore, appuntamento che mancava da moltissimo tempo. Sono pronto e motivato. Sarà un momento arricchente per tutti, di confronto e crescita per l’intero nostro movimento. Poi guardo con fiducia al Mondiale del 2014 in terra britannica, a Nottingham. La speranza è quella di far bene ed entrare nel singolo tra i sei finalisti. Eguaglierei così le miei migliori performance datate 2002 e 2008”.
Quanto ti assorbe il twirling?: “Molto – risponde con fermezza Daniele – poiché gli allenamenti sono intensi. Dalle 2 alle 5 volte alla settimana, a seconda della vicinanza di gare o meno, per 3-5 ore a seduta. Lavoro fisico e tecnico. In più devo raggiungere la sede di allenamento, in genere Cantalupa, e ciò richiede un dispendio sia intermini economici che temporali”. La nota dolente è che l’atleta, pur di alto livello, in Italia è chiamato ad investire del proprio per continuare l’attività: “Confermo, ed è per questo che dobbiamo inserire il twirling nella quotidianità lavorativa che molti di noi già svolgono”. La tua?: “Faccio il pizzaiolo nell’attività di famiglia”. Prende il nome di Pizzeria Italia in Largo Luca della Robbia a Torino, nei pressi di piazza Massaua. Invidia dunque per altri sportivi, meglio pagati e seguiti. Quando può dar fastidio il fatto di dover sempre spiegare cosa si fa?: “Indubbio che un po’ di fastidio lo crei tale aspetto. Dover sempre spiegare di cosa si sta parlando a volte è spiacevole. Investire sulla maggior visibilità del nostro sport, dei suoi protagonisti e di chi lo vive con tanta intensità penso sia la strada giusta per dare un contributo al nostro movimento”.
Ricordi la tua prima gara?: “Sinceramente no, ma le emozioni che provavo da piccolo prima di un appuntamento agonistico sono rimaste inalterate. E’ per questo che non riesco a smettere!”. Ti sei dato una scadenza agonistica?: “So di essere un esperto, ma sinceramente no. Non ci penso. Potrebbe essere dopo i prossimi mondiali o forse no. Questo nuovo corso federale mi sta dando nuove motivazioni”. I tuoi idoli agonistici?: “I big giapponesi del twirling”. Cosa invidi loro?: “Il fatto di potersi allenare integralmente senza dover pensare ad altro”. E come si riesce a rimanere al loro passo?: “Difficile ma ci si può provare ottimizzando tutto, allenandosi con la cura del dettaglio in ogni momento”. Il twirling è assorbente per Daniele Zambito, ma quali le altre passioni?: “Amo viaggiare e scoprire, nuovi posti e nuove città. Anche attraverso percorsi brevi”. Più forti le emozioni che si provano in singolo, in duo o in team?: “La prova individuale è più appagante perché risponde a quanto hai fatto e seminato per te stesso. Vincere in duo o in team è però altrettanto esaltante poiché è il risultato di un lavoro di squadra che ha richiesto molto impegno e investimento. Quando non si è soli l’affiatamento, in gara e fuori, è determinante per arrivare al risultato. Noi l’abbiamo sempre avuto”.
La pizza preferita?: “Mi piacciono tutte ma la gorgonzola e salamino è quella che ha qualcosa in più, anche nella preparazione”. Deve essere certosina, come per un perfetto testimonial del twirling.
Roberto Bertellino
Online la versione beta del nuovo sito della Federazione Twirling
L’operazione rilancio della Federazione Italiana Twirling inizia di qui. Un nuovo sito per sancire l’appartenenza ad una Federazione che guarda all’oggi e al futuro.
Il vecchio sito è ancora disponibile in attesa che tutti i contenuti vengano trasferiti ed aggiornati, qui saranno disponibili tutte le notizie aggiornate da oggi in avanti. Scusaci per eventuali disagi legati a questo passaggio epocale.
Il team Italia protagonista durante il 70° Open d’Italia di Golf
Serata particolare e da ricordare per il Team Italia di Oleggio ed altri interpreti del twirling, disciplina associata al CONI che aspira a diventare a tutti gli effetti Federale, quella di venerdì 20 settembre. A partire dalle 20 e per circa 20 minuti gli atleti si sono esibiti davanti ad una platea selezionata (la serata era riservata agli sponsor dell’evento) in occasione della 70esima edizione dell’Open d’Italia al Golf Club Torino de La Mandria a Fiano Torinese.
“Un’esperienza motivante ed arricchente – ha dichiarato la tecnica che ha accompagnato i protagonisti, Sabrina Prade – che ci ha permesso di dare una bella immagine della nostra specialità. Abbiamo dovuto limitare la difficoltà degli esercizi, essendo impegnati sul tappeto erboso e non come solitamente accade, nelle palestre. Ma tutto è andato nel migliore dei modi, per la nostra soddisfazione e quella del pubblico, nonstante l’impellente imbrunire. Gli applausi e l’attenzione ricevuti ci hanno ripagati dello sforzo. Credo sia questa la strada giusta per dare al nostro sport la visibilità che merita. E’ stato un piacere, al termine, ricevere i complimenti di tutti, e sentire l’interessamento anche del Dott. Rogato, uno dei personaggi cardine dell’organizzazione dell’Open d’Italia, che si è detto pronto a ripetere la cosa in altri appuntamenti golfistici”.
Ad esibirsi sono stati i componenti del già citato Team Italia ovvero Ketty Castellin, Melissa Bellotti, Chiara Maioli, Giorgia Leonardi, Marta Geromin, Elena Pagani, Elisa Matozzo, Ilaria Interligi. La stessa Interligi è stata protagonista dell’esibizione in singolo, al pari del collegnese Fabio Agaliati. “L’operazione visibilità – conferma Franco Ferraresi, presidente FITW – è appena iniziata. Per uscire dai classici circuiti del twirling ritengo sia fondamentale sfruttare e cercare occasioni come la presente. La nostra è una specialità che si presta molto bene a fare da interludio ad eventi come quello che ha visto protagonista il Golf Club Torino in questo fine settimana. Cercheremo altre occasioni perchè servono anche in chiave motivazionale per i nostri ragazzi e la crescita del gruppo”.
di Roberto Bertellino
Twirling: a Cantalupa piemontesi in primo piano negli italiani
Si è conclusa con le grandi note dell'Inno azzurro, beneaugurante in chiave Europei d'inizio luglio, programmati in Svezia, la due giorni di gare presso il Centro Sportivo di Cantalupa, nel corso della quale si sono assegnati i tricolori di categoria. In seconda giornata è toccato agli individuali, junior e senior, al Team e al Gruppo.
Per quanto concerne i singoli la vittoria è andata nella categoria junior maschile a Luca Fasano (Sangano) che ha preceduto sul podio, nell'ordine, Andrea Beluardo (Alveria Noto) ed il compagno di squadra siciliano Salvatore Adernò. Il trio ha altresì guadagnato la convocazione in nazionale per la rassegna continentale. La riserva sarà Davide Sidoti Olivo (Onda Sport), altra società isolana.
Nella categoria maggiore prime due piazze occupate rispettivamente da Daniele Zambito (Collegno) e dal compagno di squadra Fabio Agaliati, che avevano già chiuso nello stesso ordine e con i rispettivi compagni di esercizio, nel duo della giornata d'esordio. Entrambi hanno conquistato la convocazione per i prossimi Europei.
Passiamo alle classifiche in rosa. In quella junior prima piazza per Giulia Damilano (Cherasco), seconda per Federica Bacchella (Vigevano), e terza per Chiara Salvatti (Lumezzane). La quarta convocata risponde al nome di Chiara Colafrancesco (Vellezzo Bellini), mentre la riserva a quello di Elisa Matozzo (Novate Milanese).
In quella senior primo posto per Margherita Rocchetti (Fantasy), alle cui spalle sono giunte rispettivamente Silvia Tarabbia (Santa Cristina Borgomanero) e Melissa Bellotti (Oleggio). Quarta e qualificata per l'Europeo Ilaria Interligi (Nova Milanese), mentre riserva sarà Federica Italia (Alveria Noto).
Nella rassegna di Team affermazione di Oleggio, in quella di Gruppo per il composito Sangano - Collegno. Prossimi appuntamenti i campionati di serie B a Loano. I motivi per stupirsi e appassionarsi alla specialità dunque si sussegnono con cadenza tambureggiante, al pari del volteggiare del bastone.
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