Ilaria Interligi, agonismo e insegnamento
La contattiamo circa alle 19,30 ed Ilaria è ancora in palestra, impegnata nell'insegnamento alle sue giovani allieve: "Ho iniziato questa nuova avventura da alcuni mesi - specifica - dopo essere diventata assistente di base. E' stimolante poter trasferire parte della propria esperienza ai giovanissimi". Anche lei lo è ancora e lo testimoniano i suoi 18 anni, oggi spesi nel mondo del twirling nella doppia veste di agonista ed insegnante. Dove?: "Nella mia palestra d'origine, a Nova Milanese". Come sei arrivata a praticare questo sport?: "Da piccolissima facevo nuoto ma mi piaceva la ginnastica. Le mie vicine di casa facevano twirling e così mi sono avvicinata a tale disciplina. Avevo 4 anni. Per alcune stagioni ho condiviso il twirling con il nuoto, poi ho lasciato la vasca e scelto definitivamente la palestra". Cosa ti affascina maggiormente del twirling?: "La componente artistica ed il fatto che esista un attrezzo di fondamentale importanza per l'esercizio. In parte è così anche nella ritmica ma la componente interpretativa, nel nostro sport, è molto più spiccata. Lo spazio per l'estro, la composizione, i costumi, l'immedesimarsi con il personaggio che si rappresenta è maggiore".
Le prime gare a quando risalgono?: "Avevo 6 anni - ricorda - e nella prima stagione agonistica mi piazzavo all'incirca a metà classifica. Già nel secondo anno, però, arrivarono i podi e pertanto stimoli e voglia aumentarono". Per condurti dove, parlando di massimi risultati conseguiti nell'ancor tua giovane carriera?: "Da junior sono giunta 7.a nei Campionati Europei di Torino, datati 2011. Nel 2012, al primo anno da Senior, mi sono ben comportata in Coppa Europa (Grand Prix). Nel 2013 ho centrato il 4° posto nel freestyle in occasione degli Europei di Heilsingborg, nonchè l'argento con il Team. Due grandi soddisfazioni soprattutto in considerazione del fatto che non ero l'italiana che godeva dei maggiori favori del pronotico. Nelle prove nazionali ero sempre giunta alle spalle delle mie compagne, invece in occasione della gara continentale sono riuscita ad esprimermi bene e riscattarmi". Parliamo di obiettivi 2014: "Partecipare ai Mondiali di Nottingham - afferma senza indugi Ilaria - ed entrare nel Team azzurro, la cui selezione si è svolta il 9 novembre scorso. Mi piacerebbe molto anche centrare il titolo italiano". Un passo indietro per ricordare la tua prima maestra: "E' stata Cristina Laudicina che è anche un giudice internazionale e faceva parte della giuria degli Europei 2013".
E oggi da chi sei seguita?: "Dalla pluricampionessa italiana Martina Carcea, un vero e proprio punto di riferimento. A costrurmi l'esercizio dal punto di vista coreografico è però il francese Sebastien Dubois, da 4 anni". Spazio per il tempo libero?: "Poco perchè devo conciliare lo sport con i miei studi liceali. Ma tutto questo non mi pesa perchè faccio ciò che amo". La tua famiglia ha sempre condiviso la passione per il twirling?: "Assolutamente, stimolandomi a far bene. In questo senso è sempre stata competitiva". Agonismo e armonia di gruppo: "Quando siamo in trasferta è bellissimo perchè anche in ragione del fatto che tra giovani è più facile si crea subito cameratismo e complicità. Un lato in più dello sport e del twirling che aiuta a crescere".
di Roberto Bertellino
I primi 100 giorni del nuovo corso federale
Giornata importante per il twirling azzurro, quella andata in scena il 9 novembre a Cantalupa (To). Da una parte la selezione della nazionale azzurra nell'ottica della formazione del Team che difenderà i colori nostrani a Nottingham, nel 2014. Dall'altra il Consiglio Federale che si è aperto con la relazione del Presidente, Franco Ferraresi, sui primi 4 mesi di gestione: "Ho accolto il suggerimento di alcuni Consiglieri - ha esordito il Presidente - circa lo svolgimento del Consiglio nella stessa sede della selezione. Mi è parso opportuno farlo proprio in considerazione delle sinergie che vogliamo creare con il movimento degli atleti, il vero fulcro del nostro sport". Un concetto ripreso poco dopo in occasione del saluto che l'intero consiglio ha voluto dare ai convocati per la selezione, diretta dai tecnici Sabrina Prade e Massimo Scotti. Il dettaglio del costruito in questi primi mesi: "Stiamo affrontando una situazione difficile derivante da una gestione precedente pseudofamiliare. Sto incarnando la figura del presidente - manager, a volte anche antipatico, e ritengo che i primi risultati si stiano vedendo. Il nuovo sito è la fotografia del messaggio del cambiamento della Federazione. In sintesi pratico d consultare, interattivo, aggiornabile in tempo reale, dinamico. E verrà ulteriormente implementato. Non si tratta di una rivisitazione del preesistente, bensì di un'operazione totalmente nuova.
Abbiamo potuto essere operativi, a causa di problemi pregressi, solo il 18 ottobre. Si sono pertanto bruciate le tappe dando vita ad un prodotto che anche in termini d'immagine penso assolutamente vincente. In questo breve periodo si sono intensificati e consolidati i rapporti con il Presidente del CONI, Malagò, ed il segretario Fabbricini. Non è questa una gratificazione personale, bensì un segnale di considerazione del massimo organismo sportivo nazionale nei confronti del twirling italiano. La prima esternazione arriverà nelle forme di un contributo straordinario in favore della FITW, in quanto disciplina associata ritenuta meritevole di ottenerlo".
Quattro mesi intensi: "Di lavoro costante - ha proseguito il Presidente - e fatto in rincorsa per le problematiche succitate. Il vero corso della Federazione inizia a mio parere oggi, dopo l'approvazione del conto consuntivo 2012 e del bilancio di previsione 2014. La parola d'ordine rimane quella del gioco di squadra, emerso in questa giornata che ritengo assolutamente proficua".
Le note liete: "Lo sponsor tecnico della Nazionale Italiana twirling sarà ASICS, marchio a tutti noto e nobilissimo nel panorama dello sport mondiale. Si aprirà anche con ASICS un canale di merchandising in concomitanza con le gare di valenza nazionale. Proseguiranno le presenze del nostro sport durante i grandi eventi. I nostri atleti saranno sul campo, o in preprogramma o nel corso di un intervallo, con modalità ancora da concordare, nel prossimo "6 Nazioni di rugby", appuntamento clou di settore a livello continentale". Sponsor che iniziano a guardare con interesse il mondo twirling anche con una presenza tangibile: "E' il caso di due colossi del mondo della finanza e bancario, che è ancora prematuro citare ma che nel 2014 saranno partner ufficiali della FITW. Sono stati instaurati anche contatti con TECNOGRANDA, realtà che accorpa un cospicuo numero di aziende del settore agro-alimentare all'interno delle quali scaturiranno quasi certamente altri partner".
Chiudiamo con un altro rapporto di collaborazione: "E' quello - ha proseguito il Presidente - con l'Istituto di Medicina dello Sport di Torino, realtà che garantirà alla FITW la presenza e l'appoggio dello staff medico a 360°". Questa la nuova vita della FITW e la forza di un movimento che vuole gridare forte al panorama sportivo di esistere ed avere una propria e netta dignità. L'obiettivo di estendersi in più regioni, che sta trovando impegni in questo periodo e vede in primo piano i Consiglieri nazionali, ed il conseguente incremento dei propri numeri deve essere letto in tale chiave.
Il Twirling si fa conoscere nel Lazio
La parola d’ordine è quella che dovrà sempre più guidare l’operato di chi si occupa di twirling. E’ promozione. In tale ottica merita di essere segnalata l’iniziatica delle ASD Artena e ASD Pomezia Diamond che hanno organizzato uno stage di fomazione e promozione della disciplina, invitando dei gruppi majorette del territorio laziale. L'evento sportivo è stato promosso ed organizzato al fine di far conoscere a codeste realtà la disciplina del twirling e la FITw. Il corso è stato tenuto, prestigiosamente ed autorevolmente, dall'Allenatore Federale Massimo Scotti che con bravura e professionalità ha saputo gestire ed entusiasmare 116 partecipanti divisi in 14 gruppi.
La presentazione dell'evento è stata fatta dal Vice Presidente Federale, Dr. Leonardo Russo che ha portato i saluti del Presidente, Dr. Franco Ferraresi ed ha spiegato a queste nuove realtà che si vogliono affacciare al mondo del twirling il progetto federale di strutturazione territoriale e di sviluppo della disciplina in tutto il territorio nazionale ed in questo caso nella regione Lazio. Una regione dove è molto l’entusiasmo di conoscere e praticare questo sport. La federazione è aperta e disponibile a creare le condizioni affinchè ciò sia reso possibile in una regione così strategica, attraverso la formazione di nuovi Tecnici, Giudici e Dirigenti Locali.
I Tecnici che hanno collaborato nell’occasione con Massimo Scotti sono stati Daniela Scaccia e Manuela Dari. Ottimi i riscontri avuti, come sottolinea Daniela Scaccia: "Sono nell'ambiente da 18 anni - precisa - e credo che i tempi siano ormai maturi, con questa nuova Federazione, per dar vita ad un Comitato nella nostra regione. I volti dei partecipanti allo stage, alla fine, erano assolutamente fotografia di gradimento. Molte atlete si sono lamentate per i "lividi" ma dette affascinate dal twirling. Prossimamente tre gruppi, per quasi 70 unità, entreranno nella nostra famiglia sportiva e questa è una soddisfazione innegabile. Lo stage verrà ripetuto e pertanto possiamo dire di essere solo all'inizio".
I Gruppi partecipanti, provenienza: Artena - Pomezia - Rieti - S. Vito Romano - Città Ducale - Valmontone - Cave - S.Cesareo -Anguillara - Lariano - S. Angelo in Formis (Caserta)
Fabio Agaliati e la bellezza del Twirling
Iniziamo dalla fine, ovvero dalla domanda del perchè Fabio Agaliati, torinese 18enne che frequenta la 5.a Liceo Scientifico ad indirizzo linguistico al Carlo Cattaneo di Torino, consiglierebbe ad un giovanissimo di praticare il twirling?: "Perchè è uno sport bellissimo - risponde senza indugi - che abbina alle difficoltà tecniche, di esercizio e gestione del rapporto con il bastone, quelle di espressione. Poi l'ambiente è sano e coninvolgente". Ma tu come sei arrivato alla specialità: "Da figlio d'arte poichè mia mamma, Antonella Carisio, è maestra da molto tempo ed è stata anche la mia prima istruttrice. L'ho sempre seguita in palestra e guardavo gli allenamenti dei più grandi. In molti mi chiedevano quando avrei iniziato ma io non volevo farlo. Anche se - confessa Fabio - spesso mi appartavo in un angolo e giocavo con il bastone, immaginandomi già in gara".
Dunque i tuoi primi sport sono stati altri?: "Pallavolo, karate, nuoto. Il primo l'ho condiviso per circa un anno con il twirling, poi ho scelto, dopo alcuni mesi, e mi sono dedicato anima e corpo a ciò che sto facendo oggi". Ricordi le emozioni della prima gara?: "Ero influenzato e agitatissimo, avevo solo 10 anni. Feci la prova e tornai subito a casa". E oggi?: "L'agitazione è rimasta, anche se con il passare del tempo un po' impari a gestirla. A volte l'impresa mi riesce, in altre circostanze meno. E' chiaro che spesso il risultato è legato proprio a questo difficile momento". Quante volte la settimana ti alleni?: "In genere due volte, per 4-5 ore. Poi c'è il fine settimana, impegnato o in gara o in allenamenti di duo con Federica Italia, atleta con la quale da diverso tempo gareggio". Lei è siciliana, tu piemontese, come si conciliano le distanze e la preparazione?: "Non è così arduo. Ci si incontra in genere una volta al mese, in Piemonte o in Sicilia, nel week-end. Dopo un attimo di logico rodaggio tutto diventa abbastanza semplice e la conoscenza ormai acquisita ci aiuta. Le giornate di preparazione del duo si intensificano in occasione della vicinanza con gli eventi agonistici".
Quali i momenti ad oggi più significativi della tua ancor giovane carriera?: "Il titolo di Vicecampione Europeo junior nel free-style, colto a Torino nel 2011, e quello di Campione continentale, raggiunto sempre a Torino e nella categoria junior, di duo. Ed ancora il terzo gradino del podio mondiale nel 2012 a Parigi, con il team". I tuoi sogni agonistici prendono la forma di?: "Un giorno vorrei vincere un titolo mondiale, e non dico in quale specialità. Spero inoltre che il twirling diventi disciplina olimpica e, naturalmente, di poter competere in questo appuntamento epocale per qualsiasi sportivo". Parliamo invece di obiettivi stagionali, da conseguire attentamente seguito dal tuo attuale maestro, Massimo Scotti: "Innanzitutto entrare a far parte del Team Italia, di prossima costruzione. Quindi di qualificarmi con il free-style ed il duo per i Mondiali di Nottingham del prossimo agosto".
I tuoi idoli o personaggi di riferimento nel twirling?: "I giapponesi, in assoluto i migliori del mondo". Studio e sport, quanto è difficile conciliarli?: "Abbastanza ostico, soprattutto in certi periodi della stagione, ma non impossibile". E ora spazio ad un nuovo allenamento, per continuare a salire e sognare, a ritmo di musica e di grandi gesti.
di Roberto Bertellino
Benvenuti sul nuovo sito della Federazione Italiana Twirling
La base dello sport è ancora, e speriamo lo rimanga, legata al sogno di chi lo pratica. Ogni protagonista, a qualsiasi livello competa o pratichi, ne ha uno. E’ quello di assecondare le proprie propensioni, scaricare le tensioni, fortificare il carattere, costruirsi un bagaglio tecnico adeguato per gareggiare ad armi pari con gli altri, emergere nelle varie categorie e raggiungere il massimo, individualmente e/o con la squadra. Sempre rispettando se stesso e l’avversario. Il prologo per dire che con lo stesso spirito, quello di voler dare voce ai sogni e alla realtà di chi è componente essenziale del mondo del twirling azzurro, atleti, tecnici, dirigenti, società, ha animato la realizzazione del nuovo sito federale, www.federtwirling.it , da oggi, giovedì 31 ottobre, ufficialmente in rete. Un sito che è il frutto di un lavoro di squadra, fortemente voluto dal nuovo Presidente Federale e dal nuovo Consiglio, perché proprio sul team vuol creare il domani del movimento.
Un sito moderno e volutamente semplice nella consultazione, per consentire a tutti, giorno dopo giorno, di farlo in qualche modo proprio. Ci sono le sezioni istituzionali, spiccano le news, con interviste, cronaca, profili, foto, prossimamente video, così il calendario delle gare (che verrà aggiornato non appena definito nella sua interezza), i risultati dei primi appuntamenti agonistici stagionali, i contatti, l’area dedicata al tesseramento on-line, la parte storica (in fase di preparazione anche un Albo d’Oro del twirling italiano). Ed ancora gli spazi previsti per gli sponsor, i link relativi a tutta l’attività Federale, la media gallery in cui verranno di volta in volta inserite foto di libero utilizzo per i colleghi della carta stampata. Molto importante la parte riservata alla Nazionale di twirling, con le notizie specifiche legate a quella che dovrà sempre più essere l’eccellenza del movimento nostrano. Nell’ottica dell’interazione costante con tutti coloro che vorranno dare un contributo fattivo e dinamico al nostro sport molta importanza è stata data ai “social”, facebook su tutti, con un rimando diretto dal sito alla pagina ufficiale della Federazione sul più conosciuto tra i social network mondiali. Un chiaro segno di vicinanza ai giovani, base del movimento e linfa vitale in ottica presente e futura. Dinamicità, freschezza, completezza, aggiornamento costante, rispetto dell’etica, del singolo, del gruppo, di quella “eterna” legata al concetto di sport nella sua accezione più pura. Queste le note che caratterizzano il nuovo sito e con le quali vogliamo dare a voi, che certo lo consulterete con grande attenzione, il più sincero e caloroso benvenuto.
Chiudiamo con una nota di servizio. Il sito è ancora in fase di ultimazione e verrà implementato in alcune sezioni nei prossimi giorni, in particolare in quelle legate al calendario di gare e alla Nazionale.
Sabrina Prade e Massimo Scotti, un progetto per crescere
Progettualità e crescita. Sono queste le basi del nuovo Progetto Tecnico Federale che vede quali guide tecniche i maestri Sabrina Prade e Massimo Scotti. Lo descriviamo partendo dalla prima: “Si tratta di un’iniziativa voluta dal Consiglio Federale che ritengo fondamentale per il futuro del nostro movimento. Tutti ne sentivamo l’esigenza ma con la precedente dirigenza non era mai stato possibile concretizzarla e non ne capisco i motivi. Lo sport si evolve ed il twirling non appartiene certo ad altre categorie. Fino allo scorso anno il Team Italia era espressione della miglior società italiana, quella che centrava il titolo. Ma in una compagine così composta è ovvio che ci siano grandi campioni ed atleti non dello stesso livello. Per rimanere al passo con i tempi era giusto che i criteri di selezione cambiassero. Il 9 novembre, a Cantalupa, si farà proprio questo, ovvero si sceglieranno i componenti della Nazionale che saranno fotografia del meglio, indipendentemente dalla società di appartenenza. In Francia una Nazionale di questo tipo è sorta già 15 anni fa. Molti altri paesi europei si stanno allineando e anche per tale motivo stanno crescendo>>.
Alzare il livello, dunque, e dare a tutti maggiori stimoli: <<Per competere nello sport moderno, lo insegnano anche le altre Federazioni Sportive, bisogna presentarsi al massimo. Non è sempre facile in uno sport come il nostro nel quale è mancata per anni la valorizzazione della Nazionale e dei suoi componenti. Diventare della Nazionale dovrà sempre più essere un traguardo importante della propria carriera. Questo, opportunamente valorizzato, sarà di supporto anche ai molti sacrifici che oggi comporta essere un atleta di alto livello. Ricordo che i miei 15 e 16 anni li vivevo con la grande gioia di essere in Nazionale. Non vedevo altro – prosegue Sabrina Prade – ma oggi non è più così. Non sempre riusciamo a trattenere i migliori e stimolarli al punto giusto, visti i molti “disturbi” esterni. Questo nuovo progetto contribuirà a farlo. Consideriamo che in Giappone i nazionali studiano in Università apposite nelle quali il twirling è sport con la S maiuscola. Il modello di riferimento deve essere questo se vogliamo cambiare l’approccio alla nostra disciplina, da parte di tutti. Il 9 novembre sarà pertanto una data importantissima ed è un bene che nello stesso luogo vada in scena il Consiglio Federale con la presenza di tutti i dirigenti. Noi e gli atleti abbiamo bisogno di questo messaggio e di questo genere di azioni>>.
Un progetto, quello tecnico, che è a 360 gradi, e considera anche gli individualisti e i futurabili: <<In ogni sport esistono le nazionali primavera – continua Sabrina Prade – e dovrà essere così anche nel nostro. Ma non mettiamo troppa carne al fuoco. Procediamo a step e appuntamento a Cantalupa, il giorno 9 novembre>>. L’obiettivo è quello di arrivare ai Mondiali di Nottingham preparati e sinergici: <<Verranno scelti 8 titolari e 2 o 4 riserve, a seconda delle risorse, che costituiranno il Team Italia. Si costruirà l’esercizio, anche con l’intervento di un coreografo esterno e si fisseranno incontri e allenamenti periodici, da dicembre a luglio>>. Lo conferma Massimo Scotti: <<Sotto il profilo agonistico, dopo aver raggiunto il bronzo mondiale nell’ultima edizione della rassegna di Team, non vogliamo scendere dal podio. Eguagliare la performance o addirittura migliorarla è quello che cercheremo di fare”. Gli italiani, nonostante tutto, “lo fanno meglio”?: <<Direi proprio di sì – prosegue Scotti – e dunque non dobbiamo disperdere le potenzialità. La finalità ultima del progetto è proprio quella di alzare il livello. Noi siamo motivatissimi e non aspettavamo altro. Gli atleti anche perché ne hanno capito l’importanza>>.
Quali saranno le maggiori difficoltà che incontrerete strada facendo?: <<Dovremo amalgamare 8-10 persone che non si conoscono così bene e farle diventare un’entità unica. Non credo avremo grandi problematiche tecniche, quanto piuttosto di formazione del giusto clima, dell’atmosfera ideale per crescere insieme. Anche la ricerca di una palestra adeguata, magari in Torino, sarà un tassello importante da aggiungere a quelli necessari per rendere ottimale il viaggio verso Nottingham>>. Primo appuntamento il 9 novembre, ma tu e Sabrina state già lavorando?: <<Da quando è stato ufficializzato il progetto siamo attivi e propositivi. Sono molti i dettagli ai quali pensare se si vogliono fare le cose bene. Anche gli step sono stati delineati. Da dicembre 1 o 2 incontri mensili, nei fine settimana e nelle Feste comandate. Dovremo diventare una famiglia vincente!>>.
Salvatore Adernò, per "colpa" di una musica
<<Camminavo in strada e sentii una musica. L’interesse fu fortissimo ed entrai in quella palestra per capire quale origine aveva>>. Sembra l’inizio di una favola ed invece rappresenta il primo approccio di Salvatore Adernò, nato a Noto nel maggio del 1999 ed atleta junior di Freestyle, con il twirling. La cosa si ripetè e dopo le informazioni prese da sua madre su cosa capitava in quel luogo ecco che Salvatore, all’epoca aveva 6 anni, iniziò a familiarizzare con questo sport: <<Mi è sempre piaciuta la musica – conferma – e quindi il ballo. Con il twirling riesco ad esprimermi in entrambi i settori>>.
I primi ricordi: <<Quando iniziai ero il più piccolo. Mi presentai alle maestre, Simona Moncada e Alice Finocchiaro, e fu subito feeling. A 7 anni feci le prime gare>>. Quali sensazioni provasti?: <<Un complesso di emozioni. Contentezza per la prova eseguita ma al contempo mal di pancia per l’agitazione>>. E oggi?: <<In parte è ancora così. Crescendo si impara però a gestire meglio i momenti>>.
E il rapporto con l’attrezzo, il bastone?: <<Tutto subito non facile ma se si hanno dei bravi maestri, ed è questo il mio caso, si riesce a progredire presto anche in questo senso>>. Tanto dal fare diventare il rapporto con il bastone anche un semplice momento di svago?: <<La mia passione sportiva è il twirling – prosegue Salvatore – il mio divertimento anche. Quando non mi alleno o non studio vado in giardino e gioco con il bastone>>. Frase significativa che evoca il rapporto di molti di noi, tornando alla gioventù, con il pallone da calcio, da basket, volley o la pallina da tennis.
Similitudini e specificità: <<Il twirling è bellissimo perché ti permette di fare tante conoscenze – afferma Salvatore – ed è un miscuglio di più sport. Per chi ama ballare come il sottoscritto è perfetto>>. Bronzo nella prova individuale junior agli ultimi Europei di Heilsingborg, Adernò guarda con fiducia al futuro: <<Devo ancora decidere se proseguire in stagione con il freestyle. Per ora mi alleno ma l’obiettivo è quello di entrare nel Team Italia in ottica Mondiali 2014 e pensare poi all’Europeo individuale nel 2015>>.
Quali sono gli atleti ai quali guardi con maggior ammirazione?: <<Federica Italia e Fabio Agaliati – risponde senza esitazioni – La prima è della mia stessa società, il secondo è il suo compagno di duo. Li ammiro perché sono più esperti di me e soprattutto riescono a conciliare studi e sport, dando vita ad un duo a distanza, cosa per nulla facile>>. Salvatore è al primo anno di Liceo (Economia Sociale) e lo frequenta a Noto. Come ti rapporti con i tuoi compagni e come ti considerano?: <<A Noto il twirling è abbastanza conosciuto anche in ragione delle esibizioni che spesso mostrano la specialità ai più. Quando faccio vedere ai miei compagni cosa sono in grado di fare con il bastone rimangono di stucco. Una delle mie maggiori soddisfazioni è quella di poter dire che anche grazie a me molti bambini si sono avvicinati a questo sport>>.
Per quante ore ti alleni nel corso della settimana?: <<In genere faccio tre sedute, ciascuna di tre ore. I miei maestri sono quelli originari, ovvero Simona Moncada e Alice Finocchiaro, nonché Rossella Italia a Massimo Scotti>>. Il sogno ancora di bambino e, in prospettiva, di grande atleta?: <<Se il twirling dovesse diventare disciplina olimpica competere nella rassegna dei Cinque Cerchi>>. Anche in questa risposta è giusto leggere affinità con i sogni di tanti altri atleti che dedicano ore ed ore a migliorarsi ed inseguire le emozioni che solo un grande evento come l’Olimpiade può dare. Magari, Salvatore, un giorno succederà!
di Roberto Bertellino
Margherita Rocchetti, il Twirling nel destino
<<I miei inizi con il twirling – ricorda l’oggi 20enne Margherita Rocchetti – risalgono a quando avevo 6 anni. Fu mia mamma, con un passato da majorettes, a portarmi in palestra. Immediato il mio gradimento e da allora non me ne sono più allontanata>>. Le prime gare e le prime emozioni?: <<Direi subito – prosegue Margherita – e senza provare particolari titubanze. Quando si è così piccoli l’agonismo lo si vive in modo differente, più distaccato. E’ crescendo che cambiano le sensazioni e tutto, paradossalmente, diventa più difficile, proprio con la maggior consapevolezza acquisita>>.
Margherita Rocchetti è nata a Jesi, in provincia di Ancona, terra di campioni, e sta cercando di confermare questa caratteristica anche nel suo sport. Quali fino ad ora le maggiori soddisfazioni?: <<Il titolo Europeo di Freestyle, conquistato a Torino nel 2011 e, nello stesso anno, il 2° ed il 3° posto nell’International Cup in Florida. Il bronzo nel “Solo” e l’argento nell’Artistic Twirl>>.
Quali invece gli obiettivi stagionali?: <<Tornare a far parte stabilmente della Nazionale Azzurra ed entrare nel Team Italia – risponde senza indugi l’atleta – perché entrambe le cose rappresentano il massimo per chi pratica questo sport stupendo. In tale chiave sarà importante l’appuntamento del 9 e 10 novembre prossimi a Cantalupa, con la prima selezione della Nazionale e le gare del giorno successivo. Tutto ciò nell’ottica di partecipare ai Mondiali del prossimo anno a Nottingham>>.
Iscritta al 2° anno della Facoltà di Geologia presso l’Università di Camerino, Margherita Rocchetti ha imparato negli anni a conciliare studio e sport: <<L’ho fatto praticamente da subito e non mi è mai pesato. Occorre programmarsi adeguatamente e riempire gli spazi. Mi troverei meno a mio agio se avessi del tempo libero, da usare senza far nulla. Mi sono abituata a ritmi intensi e viaggi e non mi pesa>>.
Quante volte alla settimana Margherita è impegnata negli allenamenti?: <<Attualmente due perché sono alle prese con il recupero di un infortunio alla mano occorsomi dopo gli Europei di Heilsingborg dello scorso luglio. Un infortunio che mi ha impedito di prendere parte all’International Cup di Almere datata 2013. In condizioni normali mi alleno invece 4-5 volte la settimana. La sede è il Palacarifac di Cerreto d’Esi, sempre in provincia di Ancona e abbastanza vicino a Camerino, dove studio>>. Esiste un idolo da guardare e cercare di emulare per Margherità?: <<Sì, è la statunitense Jennifer Marcus, plurititolata in tutte le specialità, ancora grande agonista se pur a 30 anni. Mi ha curato l’esercizio di “Solo” nel 2011 ed è stato per me un grande momento sotto il profilo della soddisfazione personale>>.
Come definirebbe l’ambiente del twirling ed il rapporto con gli altri atleti?: <<Nel complesso motivante e collaborativo. E’ chiaro che quando si va in gara la rivalità diventa primaria ma deve essere sana e costruttiva>>. Cosa l’ha attirata maggiormente del twirling?: <<Il dover coniugare la parte artistica, coreografie e musiche, con quella tecnica. Ho sempre avuto una buona manualità con l’attrezzo e questo aspetto mi ha condotta a cercare miglioramenti e invenzioni>>.
Obiettivo primario nel suo sport in chiave personale?: <<Riuscire ad esprimermi al massimo e provare proprio per questo motivo appagamento e soddisfazione. Quello che mi è successo all’Europeo del 2011>>. Sono dunque trascorsi 14 anni da quando l’allora piccola Margherita, dopo un’esperienza natatoria, mosse i primi passi nel twirling con la maestra Paola de Marchi, ma il trasporto per quello che all’epoca poteva sembrare un gioco non ha fatto che crescere. Anche in questo caso il segreto del successo è racchiuso nelle immutate emozioni.
di Roberto Bertellino
Giulia Caporgno, la forza della mente
Torinese di nascita ma da sempre collegnese, Giulia Caporgno ha deciso all'età di 24 anni di dire basta con il twirling agonistico. Un lungo percorso, il suo, iniziato quando aveva solo tre anni: "Mia sorella Sara voleva fare ginnastica ritmica - racconta Giulia - ma a Collegno non c'erano società di settore. Così mia madre la portò a fare twirling ed io, piccolissima, le seguivo. Piangevo e non volevo più andarmene dalla palestra. Così la mia prima maestra, Antonella Carisio, usò tutta la pazienza che un umano può avere con una "peperina" com'ero allora e mi inserì con le altre. Ricordo che dai tre ai cinque anni mi "organizzavano" delle esibizioni che io credevo fossero gare, con tanto di coppe finali. Così il mio istinto agonistico - scherza Giulia - intanto si allenava!". Le prime competizioni vere, per la Caporgno, arrivarono così all'età di 6 anni, come da regolamento.
Ma così colpi tanto Giulia per farla appassionare alla disciplina?: "Fu amore a prima vista - afferma oggi senza tentennamenti - e non so nemmeno spiegare perchè". Proprio come capita negli affetti forti. Un feeling che mai ebbe termine ed ancora oggi prosegue: "Ho scelto di abbandonare l'agonismo perchè ho dato molto e ritengo di non essere più in grado di farlo, sia per i problemi fisici che ho dovuto affrontare, sia per le difficoltà legate alla gestione degli allenamenti e delle trasferte. Ripartire di qui sarebbe stata dura e sinceramente non me la sono sentita. L'ultimo Europeo, quello di Heilsingborg, non mi ha dato delle belle sensazioni ed il ricordo non è esaltante. Non avrei voluto dire la stessa cosa del prossimo mondiale. Ho invece, e mi rimarrà sempre nel cuore e nella mente, una grande immagine del mondiale di Parigi del 2012, nel quale ho centrato l'argento nel duo in tandem con Daniele Zambito".
Quali sono stati gli altri grandi momenti di carriera targati Caporgno?: "La vittoria nel campionato di serie B, da Cadetta, datata inizio 2000, quella che mi ha poi consentito, seguita dalla mia seconda maestra, Nadia Devecchi, di entrare in serie A tra le junior; il 6° posto europeo, con il free-style, nel2004, in Svizzera; l'oro continentale nel duo, a Torino 2011". Oggi Giulia è impegnata nella conclusione del proprio percorso scolastico, ovvero il conseguimento della Laurea triennale in psicologia: "Mi mancano due esami e la tesi - conferma - e in questo periodo mi sto concentrando sull'obiettivo". Senza dimenticare il twirling, che la vede già protagonista nella veste di tecnico: "Ho iniziato alcuni anni fa ad insegnare il mio sport. Ora lo sto facendo, nelle ore che prima dedicavo agli allenamenti, in alcune società piemontesi, a Chivasso, Collegno e Venaria. Cerco di trasmettere alle giovani la mia esperienza e la passione per questo sport sottolineando che non bisogna mai desistere, anche quando i momenti sono negativi. Conl'applicazione, la passione e l'allenamento, i risultati prima o poi arrivano".
Quali le maggiori difficoltà per emergere nel twirling?: "Occorre avere alla spalle una famiglia che ti sostenga, come è accaduto a me. Lo sponsor, per gli allenamenti, le gare, gli spostamenti, è infatti quasi sempre familiare". Twirling perchè: "E' una disciplina nobile - prosegue Giulia Caporgno - e aiuta a crescere. I legami che si creano durano nel tempo, anche al di fuori del campo. Ciò vale per quelli con le atlete e gli atleti, così per quelli con le allenatrici. E' la vera forza del gruppo. E' stato così con Claudia Orecchioni, mia prima compagna nel duo, con le ragazze braidesi con le quali facevo parte del Team Italia di Collegno nel 2004-2005, con Daniele Zambito, un vero e proprio fratello". Nel passato sportivo di Giulia figura anche una breve esperienza con il calcio: "Ha coperto la mia epoca "mascolina". Ho giocato 1 anno e mezzo e si trattava di un esperimento a Pianezza. Quando ho dovuto scegliere non ho esitato a farlo per il twirling. Una cosa totalmente diversa e appagante". Chiudiamo con un aneddoto: "Quando ero piccolina mi allenavo per fare un certo tipo di esercizio, poi entravo in gioco ed inventavo, modificandolo. In prospettiva la mia maestra temeva che potessi fare una cosa simile anche in gara. Ero veramente difficile da gestire!". Se però i risultati sono poi quelli conseguiti, ben venga l'estro abbinato alla caparbietà.
Roberto Bertellino
Daniele Zambito, la passione prima di tutto
Daniele Zambito è uno dei big per antonomasia del twirling azzurro. Torinese, classe 1988, vive a Collegno ed è tesserato per l’Evergreen, società nella quale ha iniziato a misurarsi con la disciplina all’eta di 10 anni. Come è nato il percorso?: “Facevo le elementari presso la Scuola Italo Calvino di Collegno nella quale si svolgevano corsi di twirling. Ho preso parte ad uno di questi corsi ed il feeling – ricorda – è stato immediato. Fu subito passione ed oggi la stessa non mi ha abbandonato, anzi si incrementa ogni giorno di più. E’ questo il vero segreto, mio e credo di ogni sportivo. Fare ciò che ami cercando di dare sempre il massimo”. Tanta passione, dunque, che Daniele oggi ha iniziato a trasmettere ai giovani, attraverso l’insegnamento: “Da circa un anno insegno all’Evergreen e collaboro con altre realtà di settore della zona. L’impegno è quello di trasmettere emozioni e riuscire ad abbinare il momento ludico, essenziale per attirare i ragazzi, al tecnico. Quando smetterò con l’agonismo mi vedo ancora presente nel settore nella veste di insegnante”.
Zambito è un veterano della nazionale, realtà nella quale è entrato nel lontano 2001. Come è cambiato il twirling in tutti questi anni?: “I cambiamenti ci sono stati, sia sotto il profilo tecnico che regolamentare. Occorre adattarsi ai mutamenti e farlo in fretta per rimanere al passo. Soprattutto bisogna già farlo partendo dalla base, onde evitare errori che poi sarebbero difficili da correggere proseguendo l’attività”. Quali caratteristiche deve possedere uno specialista del twirling?: “Deve essere umile, competitivo, possedere una buona scioltezza del corpo e delle articolazioni, saper interpretare bene le musiche e l’esercizio, avere un’ottima dote di manualità con l’attrezzo. Il twirling è tante cose insieme, il mix di più sport e di più arti”. Quali sono stati i momenti più esaltanti della tua carriera?: “Il titolo di vicecampione del mondo di duo ed il bronzo mondiale nella rassegna di Parigi 2012 e la vittoria del titolo continentale di duo e singolo negli Europei torinesi del 2011. Grandi soddisfazioni, indimenticabili”. E gli attuali obiettivi?: “L’immediato è quello della selezione nella Nazionale maggiore, appuntamento che mancava da moltissimo tempo. Sono pronto e motivato. Sarà un momento arricchente per tutti, di confronto e crescita per l’intero nostro movimento. Poi guardo con fiducia al Mondiale del 2014 in terra britannica, a Nottingham. La speranza è quella di far bene ed entrare nel singolo tra i sei finalisti. Eguaglierei così le miei migliori performance datate 2002 e 2008”.
Quanto ti assorbe il twirling?: “Molto – risponde con fermezza Daniele – poiché gli allenamenti sono intensi. Dalle 2 alle 5 volte alla settimana, a seconda della vicinanza di gare o meno, per 3-5 ore a seduta. Lavoro fisico e tecnico. In più devo raggiungere la sede di allenamento, in genere Cantalupa, e ciò richiede un dispendio sia intermini economici che temporali”. La nota dolente è che l’atleta, pur di alto livello, in Italia è chiamato ad investire del proprio per continuare l’attività: “Confermo, ed è per questo che dobbiamo inserire il twirling nella quotidianità lavorativa che molti di noi già svolgono”. La tua?: “Faccio il pizzaiolo nell’attività di famiglia”. Prende il nome di Pizzeria Italia in Largo Luca della Robbia a Torino, nei pressi di piazza Massaua. Invidia dunque per altri sportivi, meglio pagati e seguiti. Quando può dar fastidio il fatto di dover sempre spiegare cosa si fa?: “Indubbio che un po’ di fastidio lo crei tale aspetto. Dover sempre spiegare di cosa si sta parlando a volte è spiacevole. Investire sulla maggior visibilità del nostro sport, dei suoi protagonisti e di chi lo vive con tanta intensità penso sia la strada giusta per dare un contributo al nostro movimento”.
Ricordi la tua prima gara?: “Sinceramente no, ma le emozioni che provavo da piccolo prima di un appuntamento agonistico sono rimaste inalterate. E’ per questo che non riesco a smettere!”. Ti sei dato una scadenza agonistica?: “So di essere un esperto, ma sinceramente no. Non ci penso. Potrebbe essere dopo i prossimi mondiali o forse no. Questo nuovo corso federale mi sta dando nuove motivazioni”. I tuoi idoli agonistici?: “I big giapponesi del twirling”. Cosa invidi loro?: “Il fatto di potersi allenare integralmente senza dover pensare ad altro”. E come si riesce a rimanere al loro passo?: “Difficile ma ci si può provare ottimizzando tutto, allenandosi con la cura del dettaglio in ogni momento”. Il twirling è assorbente per Daniele Zambito, ma quali le altre passioni?: “Amo viaggiare e scoprire, nuovi posti e nuove città. Anche attraverso percorsi brevi”. Più forti le emozioni che si provano in singolo, in duo o in team?: “La prova individuale è più appagante perché risponde a quanto hai fatto e seminato per te stesso. Vincere in duo o in team è però altrettanto esaltante poiché è il risultato di un lavoro di squadra che ha richiesto molto impegno e investimento. Quando non si è soli l’affiatamento, in gara e fuori, è determinante per arrivare al risultato. Noi l’abbiamo sempre avuto”.
La pizza preferita?: “Mi piacciono tutte ma la gorgonzola e salamino è quella che ha qualcosa in più, anche nella preparazione”. Deve essere certosina, come per un perfetto testimonial del twirling.
Roberto Bertellino