Federica Italia, il segreto è la passione
- Pubblicato: 19 Novembre 2013
Nello sport come nella vita una delle ricette migliori per riuscire ad emergere è aggiungere tanta passione a ciò che si fa. Una ricetta che Federica Italia propone quotidianamente da quando non aveva ancora tre anni, in palestra e nello studio, a sé stessa e a chi le sta attorno: “Grazie alla passione – conferma – anche le difficoltà si superano e tutto diventa possibile”. Nata a Noto, città nella quale ancora oggi risiede, il 1 novembre del 1995 e pertanto da poco 18enne, è arrivata al twirling perché la madre voleva che la sorella maggiore facesse sport: “Così ci iscrisse entrambe in palestra ed io, inizialmente, la presi come un gioco. A sei anni le prime gare – ricorda – e l’anno seguente le prime soddisfazioni, con piazzamenti sul podio. Ho fatto tutti gli step classici di avviamento alle competizioni. Dal preagonismo alla serie C. Dalla B alla A. Tra i momenti da archiviare e tenere stretti cito il 1° posto nel Campionato Italiano in serie B, da cadetta e nel free-style, quindi il passaggio nella massima serie la stagione successiva”.
Quali i tuoi maestri?: “La prima si chiamava Silvia. Oggi sono Massimo Scotti, Simona Moncada e Alice Finocchiaro”.
Il twirling, per Federica, è come la respirazione, ovvero necessario: “Ha cadenzato tutta la mia vita, dall’asilo alle elementari, per proseguire con le medie e l’attuale Liceo Scientifico che mi vede ormai al 5° anno”. Difficile conciliare sport, studio e viaggi?: “Ho imparato negli anni ad organizzarmi e anche se a volte non è così semplice non mi pesa. Le soddisfazioni ripagano dei sacrifici, indubbi, e li fanno diventare meno “ingombranti”. Descrivi il twirling: “La parola che mi piace dire quando parlo del mio sport è “completezza”. Esiste la componente tecnica ma accanto ad essa spicca quella musicale, dell’interpretazione artistica. Un momento molto emozionale del twirling che consente a chi lo pratica di provare appagamento e trasferire anche agli altri ciò che si prova. Quando ero piccolina non mi rendevo conto dell’ansia connaturata alle gare. Crescendo ne ho preso consapevolezza. Ora la competizione propone attimi di ansia e paura abbinati alla giusta tensione adrenalinica finalizzata alla prestazione. Per questo aspetto il twirling è esaltante”. Dal 2011 Federica Italia è impegnata anche nel duo con Fabio Agaliati: “Non ci conoscevamo ma il feeling è stato immediato. Non abbiamo avuto e non abbiamo particolari difficoltà nel dar vita ai nostri esercizi. Ci alleniamo in genere una volta al mese nei fine settimana, in ragione del periodo stagionale e dell’eventuale concomitanza con le gare. A volte in Sicilia, a volte in Piemonte”. Nelle settimane “normali”, invece, 3 allenamenti di tre ore ciascuno per Federica. Concretezza e obiettivi. Quali i tuoi per la stagione 2014 e a più largo raggio?: “Avendo partecipato fino ad ora solo a Campionati Europei – sottolinea – vorrei essere protagonista nei Mondiali di Nottingham del 2014. Questo con il free-style, con il duo e, perché no, il Team Italia. A più lunga scadenza il sogno di ogni sportivo, e anche il mio, è quello di partecipare alle Olimpiadi. Se il twirling dovesse entrare a far parte del grande mondo olimpico sarebbe bellissimo poterci essere”.
Federica guarda ai campioni asiatici con ammirazione: “I giapponesi sono un esempio, dei veri modelli. In particolare ho sempre guardato con grande trasporto Komada. Lo ricordo già massimo protagonista in un Mondiale junior quando ero di solo qualche anno più piccola. Ho sempre osservato con attenzione i suoi video. Abbina alla perfezione del momento tecnico una grande capacità interpretativa. Per tornare al discorso precedente, è completo. A Torino, in occasione degli Europei del 2011, è stato autore di un’esibizione. Al termine l’ho conosciuto personalmente ed è stato un momento indimenticabile”. Facciamo un passo indietro e parliamo del progetto Federale che ha riportato la selezione della Nazionale azzurra in primo piano, dopo molte stagioni: “Lo considero un bel punto di partenza, motivante per tutti, soprattutto per noi atleti. Ho partecipato alle selezioni svolte lo scorso 9 novembre a Cantalupa ed è stato un passaggio a mio parere importante. Spero di ricevere a breve buone notizie in merito”. Prossimo appuntamento agonistico?: “I Campionati Italiani di specialità tecniche, a Montegrotto Terme a fine mese. Sarò in gara nel Solo”. Ora l’allenamento quotidiano incombe, da affrontare con la solita e costruttiva arma in più della passione, peraltro comune a quella di molti suoi colleghi, per provare ad emulare Keisuke Komada.
di Roberto Bertellino