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Fabio Agaliati - Foto Massimo PincaIniziamo dalla fine, ovvero dalla domanda del perchè Fabio Agaliati, torinese 18enne che frequenta la 5.a Liceo Scientifico ad indirizzo linguistico al Carlo Cattaneo di Torino, consiglierebbe ad un giovanissimo di praticare il twirling?: "Perchè è uno sport bellissimo - risponde senza indugi - che abbina alle difficoltà tecniche, di esercizio e gestione del rapporto con il bastone, quelle di espressione. Poi l'ambiente è sano e coninvolgente". Ma tu come sei arrivato alla specialità: "Da figlio d'arte poichè mia mamma, Antonella Carisio, è maestra da molto tempo ed è stata anche la mia prima istruttrice. L'ho sempre seguita in palestra e guardavo gli allenamenti dei più grandi. In molti mi chiedevano quando avrei iniziato ma io non volevo farlo. Anche se - confessa Fabio - spesso mi appartavo in un angolo e giocavo con il bastone, immaginandomi già in gara".

Dunque i tuoi primi sport sono stati altri?: "Pallavolo, karate, nuoto. Il primo l'ho condiviso per circa un anno con il twirling, poi ho scelto, dopo alcuni mesi, e mi sono dedicato anima e corpo a ciò che sto facendo oggi". Ricordi le emozioni della prima gara?: "Ero influenzato e agitatissimo, avevo solo 10 anni. Feci la prova e tornai subito a casa". E oggi?: "L'agitazione è rimasta, anche se con il passare del tempo un po' impari a gestirla. A volte l'impresa mi riesce, in altre circostanze meno. E' chiaro che spesso il risultato è legato proprio a questo difficile momento". Quante volte la settimana ti alleni?: "In genere due volte, per 4-5 ore. Poi c'è il fine settimana, impegnato o in gara o in allenamenti di duo con Federica Italia, atleta con la quale da diverso tempo gareggio". Lei è siciliana, tu piemontese, come si conciliano le distanze e la preparazione?: "Non è così arduo. Ci si incontra in genere una volta al mese, in Piemonte o in Sicilia, nel week-end. Dopo un attimo di logico rodaggio tutto diventa abbastanza semplice e la conoscenza ormai acquisita ci aiuta. Le giornate di preparazione del duo si intensificano in occasione della vicinanza con gli eventi agonistici".

Quali i momenti ad oggi più significativi della tua ancor giovane carriera?: "Il titolo di Vicecampione Europeo junior nel free-style, colto a Torino nel 2011, e quello di Campione continentale, raggiunto sempre a Torino e nella categoria junior, di duo. Ed ancora il terzo gradino del podio mondiale nel 2012 a Parigi, con il team". I tuoi sogni agonistici prendono la forma di?: "Un giorno vorrei vincere un titolo mondiale, e non dico in quale specialità. Spero inoltre che il twirling diventi disciplina olimpica e, naturalmente, di poter competere in questo appuntamento epocale per qualsiasi sportivo". Parliamo invece di obiettivi stagionali, da conseguire attentamente seguito dal tuo attuale maestro, Massimo Scotti: "Innanzitutto entrare a far parte del Team Italia, di prossima costruzione. Quindi di qualificarmi con il free-style ed il duo per i Mondiali di Nottingham del prossimo agosto".

I tuoi idoli o personaggi di riferimento nel twirling?: "I giapponesi, in assoluto i migliori del mondo". Studio e sport, quanto è difficile conciliarli?: "Abbastanza ostico, soprattutto in certi periodi della stagione, ma non impossibile". E ora spazio ad un nuovo allenamento, per continuare a salire e sognare, a ritmo di musica e di grandi gesti.

di Roberto Bertellino