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Margherita Rocchetti<<I miei inizi con il twirling – ricorda l’oggi 20enne Margherita Rocchetti – risalgono a quando avevo 6 anni. Fu mia mamma, con un passato da majorettes, a portarmi in palestra. Immediato il mio gradimento e da allora non me ne sono più allontanata>>. Le prime gare e le prime emozioni?: <<Direi subito – prosegue Margherita – e senza provare particolari titubanze. Quando si è così piccoli l’agonismo lo si vive in modo differente, più distaccato. E’ crescendo che cambiano le sensazioni e tutto, paradossalmente, diventa più difficile, proprio con la maggior consapevolezza acquisita>>.

Margherita Rocchetti è nata a Jesi, in provincia di Ancona, terra di campioni, e sta cercando di confermare questa caratteristica anche nel suo sport. Quali fino ad ora le maggiori soddisfazioni?: <<Il titolo Europeo di Freestyle, conquistato a Torino nel 2011 e, nello stesso anno, il 2° ed il 3° posto nell’International Cup in Florida. Il bronzo nel “Solo” e l’argento nell’Artistic Twirl>>.

Quali invece gli obiettivi stagionali?: <<Tornare a far parte stabilmente della Nazionale Azzurra ed entrare nel Team Italia – risponde senza indugi l’atleta – perché entrambe le cose rappresentano il massimo per chi pratica questo sport stupendo. In tale chiave sarà importante l’appuntamento del 9 e 10 novembre prossimi a Cantalupa, con la prima selezione della Nazionale e le gare del giorno successivo. Tutto ciò nell’ottica di partecipare ai Mondiali del prossimo anno a Nottingham>>.

Iscritta al 2° anno della Facoltà di Geologia presso l’Università di Camerino, Margherita Rocchetti ha imparato negli anni a conciliare studio e sport: <<L’ho fatto praticamente da subito e non mi è mai pesato. Occorre programmarsi adeguatamente e riempire gli spazi. Mi troverei meno a mio agio se avessi del tempo libero, da usare senza far nulla. Mi sono abituata a ritmi intensi e viaggi e non mi pesa>>.

Quante volte alla settimana Margherita è impegnata negli allenamenti?: <<Attualmente due perché sono alle prese con il recupero di un infortunio alla mano occorsomi dopo gli Europei di Heilsingborg dello scorso luglio. Un infortunio che mi ha impedito di prendere parte all’International Cup di Almere datata 2013. In condizioni normali mi alleno invece 4-5 volte la settimana. La sede è il Palacarifac di Cerreto d’Esi, sempre in provincia di Ancona e abbastanza vicino a Camerino, dove studio>>. Esiste un idolo da guardare e cercare di emulare per Margherità?: <<Sì, è la statunitense Jennifer Marcus, plurititolata in tutte le specialità, ancora grande agonista se pur a 30 anni. Mi ha curato l’esercizio di “Solo” nel 2011 ed è stato per me un grande momento sotto il profilo della soddisfazione personale>>. 

Come definirebbe l’ambiente del twirling ed il rapporto con gli altri atleti?: <<Nel complesso motivante e collaborativo. E’ chiaro che quando si va in gara la rivalità diventa primaria ma deve essere sana e costruttiva>>. Cosa l’ha attirata maggiormente del twirling?: <<Il dover coniugare la parte artistica, coreografie e musiche, con quella tecnica. Ho sempre avuto una buona manualità con l’attrezzo e questo aspetto mi ha condotta a cercare miglioramenti e invenzioni>>.

Obiettivo primario nel suo sport in chiave personale?: <<Riuscire ad esprimermi al massimo e provare proprio per questo motivo appagamento e soddisfazione. Quello che mi è successo all’Europeo del 2011>>. Sono dunque trascorsi 14 anni da quando l’allora piccola Margherita, dopo un’esperienza natatoria, mosse i primi passi nel twirling con la maestra Paola de Marchi, ma il trasporto per quello che all’epoca poteva sembrare un gioco non ha fatto che crescere. Anche in questo caso il segreto del successo è racchiuso nelle immutate emozioni. 

di Roberto Bertellino