Daniele Zambito, la passione prima di tutto
- Pubblicato: 23 Ottobre 2013
Daniele Zambito è uno dei big per antonomasia del twirling azzurro. Torinese, classe 1988, vive a Collegno ed è tesserato per l’Evergreen, società nella quale ha iniziato a misurarsi con la disciplina all’eta di 10 anni. Come è nato il percorso?: “Facevo le elementari presso la Scuola Italo Calvino di Collegno nella quale si svolgevano corsi di twirling. Ho preso parte ad uno di questi corsi ed il feeling – ricorda – è stato immediato. Fu subito passione ed oggi la stessa non mi ha abbandonato, anzi si incrementa ogni giorno di più. E’ questo il vero segreto, mio e credo di ogni sportivo. Fare ciò che ami cercando di dare sempre il massimo”. Tanta passione, dunque, che Daniele oggi ha iniziato a trasmettere ai giovani, attraverso l’insegnamento: “Da circa un anno insegno all’Evergreen e collaboro con altre realtà di settore della zona. L’impegno è quello di trasmettere emozioni e riuscire ad abbinare il momento ludico, essenziale per attirare i ragazzi, al tecnico. Quando smetterò con l’agonismo mi vedo ancora presente nel settore nella veste di insegnante”.
Zambito è un veterano della nazionale, realtà nella quale è entrato nel lontano 2001. Come è cambiato il twirling in tutti questi anni?: “I cambiamenti ci sono stati, sia sotto il profilo tecnico che regolamentare. Occorre adattarsi ai mutamenti e farlo in fretta per rimanere al passo. Soprattutto bisogna già farlo partendo dalla base, onde evitare errori che poi sarebbero difficili da correggere proseguendo l’attività”. Quali caratteristiche deve possedere uno specialista del twirling?: “Deve essere umile, competitivo, possedere una buona scioltezza del corpo e delle articolazioni, saper interpretare bene le musiche e l’esercizio, avere un’ottima dote di manualità con l’attrezzo. Il twirling è tante cose insieme, il mix di più sport e di più arti”. Quali sono stati i momenti più esaltanti della tua carriera?: “Il titolo di vicecampione del mondo di duo ed il bronzo mondiale nella rassegna di Parigi 2012 e la vittoria del titolo continentale di duo e singolo negli Europei torinesi del 2011. Grandi soddisfazioni, indimenticabili”. E gli attuali obiettivi?: “L’immediato è quello della selezione nella Nazionale maggiore, appuntamento che mancava da moltissimo tempo. Sono pronto e motivato. Sarà un momento arricchente per tutti, di confronto e crescita per l’intero nostro movimento. Poi guardo con fiducia al Mondiale del 2014 in terra britannica, a Nottingham. La speranza è quella di far bene ed entrare nel singolo tra i sei finalisti. Eguaglierei così le miei migliori performance datate 2002 e 2008”.
Quanto ti assorbe il twirling?: “Molto – risponde con fermezza Daniele – poiché gli allenamenti sono intensi. Dalle 2 alle 5 volte alla settimana, a seconda della vicinanza di gare o meno, per 3-5 ore a seduta. Lavoro fisico e tecnico. In più devo raggiungere la sede di allenamento, in genere Cantalupa, e ciò richiede un dispendio sia intermini economici che temporali”. La nota dolente è che l’atleta, pur di alto livello, in Italia è chiamato ad investire del proprio per continuare l’attività: “Confermo, ed è per questo che dobbiamo inserire il twirling nella quotidianità lavorativa che molti di noi già svolgono”. La tua?: “Faccio il pizzaiolo nell’attività di famiglia”. Prende il nome di Pizzeria Italia in Largo Luca della Robbia a Torino, nei pressi di piazza Massaua. Invidia dunque per altri sportivi, meglio pagati e seguiti. Quando può dar fastidio il fatto di dover sempre spiegare cosa si fa?: “Indubbio che un po’ di fastidio lo crei tale aspetto. Dover sempre spiegare di cosa si sta parlando a volte è spiacevole. Investire sulla maggior visibilità del nostro sport, dei suoi protagonisti e di chi lo vive con tanta intensità penso sia la strada giusta per dare un contributo al nostro movimento”.
Ricordi la tua prima gara?: “Sinceramente no, ma le emozioni che provavo da piccolo prima di un appuntamento agonistico sono rimaste inalterate. E’ per questo che non riesco a smettere!”. Ti sei dato una scadenza agonistica?: “So di essere un esperto, ma sinceramente no. Non ci penso. Potrebbe essere dopo i prossimi mondiali o forse no. Questo nuovo corso federale mi sta dando nuove motivazioni”. I tuoi idoli agonistici?: “I big giapponesi del twirling”. Cosa invidi loro?: “Il fatto di potersi allenare integralmente senza dover pensare ad altro”. E come si riesce a rimanere al loro passo?: “Difficile ma ci si può provare ottimizzando tutto, allenandosi con la cura del dettaglio in ogni momento”. Il twirling è assorbente per Daniele Zambito, ma quali le altre passioni?: “Amo viaggiare e scoprire, nuovi posti e nuove città. Anche attraverso percorsi brevi”. Più forti le emozioni che si provano in singolo, in duo o in team?: “La prova individuale è più appagante perché risponde a quanto hai fatto e seminato per te stesso. Vincere in duo o in team è però altrettanto esaltante poiché è il risultato di un lavoro di squadra che ha richiesto molto impegno e investimento. Quando non si è soli l’affiatamento, in gara e fuori, è determinante per arrivare al risultato. Noi l’abbiamo sempre avuto”.
La pizza preferita?: “Mi piacciono tutte ma la gorgonzola e salamino è quella che ha qualcosa in più, anche nella preparazione”. Deve essere certosina, come per un perfetto testimonial del twirling.
Roberto Bertellino